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autore
brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), VI, 28
 
originale
 
28. Ego simul voluntariae fugae voto et liberandae virginis studio, sed et plagarum suasu quae me saepicule commonebant, equestri celeritate quadripedi cursu solum replaudens virgini delicatas voculas adhinnire temptabam. Sed et scabendi dorsi mei simulatione nonnumquam obliquata cervice pedes decoros puellae basiabam. Tunc illa spirans altius caelumque sollicito vultu petens: "Vos", inquit "Superi, tamen meis supremis periculis opem facite, et tu, Fortuna durior, iam saevire desiste. Sat tibi miseris istis cruciatibus meis litatum est. Tuque, praesidium meae libertatis meaeque salutis, si me domum pervexeris incolumem parentibusque et formonso proco reddideris, quas tibi gratias perhibebo, quos honores habebo, quos cibos exhibebo! Iam primum iubam istam tuam probe pectinatam meis virginalibus monilibus adornabo, frontem vero crispatam prius decoriter discriminabo caudaeque setas incuria lavacri congestas et horridas prompta diligentia perpolibo bullisque te multis aureis inoculatum veluti stellis sidereis relucentem et gaudiis popularium pomparum ovantem, sinu serico progestans nucleos et edulia mitiora, te meum sospitatorem cotidie saginabo.
 
traduzione
 
Io poi, tra la voglia di fuggire, il desiderio pure di liberare quella fanciulla e, perch? no, le frustate per suasive che ella ogni tanto mi dava, filavo con la velocit? di un cavallo facendo rimbombare il terreno col mio quadruplice scalpito e cercando anche di rispondere con qualche raglio alle dolci paroline che ella mi sussurrava. Di quando in quando, anzi, fingendo di grattarmi il dorso giravo la testa e baciavo i bei piedini della fanciulla. Allora lei si metteva a sospirare volgendo al cielo lo sguardo ansioso: ?O sommi dei, aiutatemi voi in questo estremo pericolo e tu, crudele fortuna, cessa dal perseguitarmi. Queste mie terribili sofferenze dovrebbero averti ampiamente soddisfatta. Quanto a te, difensore della mia libert? e della mia vita, se mi riporterai sana e salva a casa, dai miei genitori, dal mio bel fidanzato, vedrai quanta riconoscenza avr? per te, come ti colmer? di attenzioni, quanti buoni bocconi ti dar?. ?Per prima cosa ti pettiner? ben bene questa tua criniera, vi appender? tutti i miei gioielli di ragazza, questo ciuffo sulla fronte lo arriccer? e poi, per benino, lo divider? in due bande e vedrai con che cura far? diventare lucente la tua coda ora tutta arruffata e ispida per la sporcizia; poi ti orner? di tante borchie d'oro che dovrai sembrare rivestito di stelle e cos? passerai tra l'esultanza del popolo in festa, mentre io ti porter? in un drappo di seta noccioline e altre ghiottonerie e ti rimpinzer? da mane a sera, o mio salvatore.
 

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